Skip to main content

Spazio scenico e spazio extrascenico alla fine delle tragedie di Sofocle: dissolvenze e rifunzionalizzazioni

  • Chapter
Il dramma sofocleo: testo, lingua, interpretazione
  • 64 Accesses

Riassunto

Chiarisco anzitutto cosa intendo per rifunzionalizzazione. Questa nozione è diversa, ovviamente, dal cambio di scena, quando l’addobbo scenico cambia effettivamente in vista della rappresentazione di una situazione scenica nuova. Una cosa diversa è anche il riuso di uno stesso oggetto in corrispondenza a un cambio di scena in atto. Si sa che nelle Eumenidi, con accorgimenti di limitata portata, si avevano due cambi di scena: il primo comportava la novità per cui dall’interno del tempio di Apollo si passava all’interno del tempio di Athena sull’Acropoli, e poi in un secondo cambio di scena si passava al tribunale dell’Areopago (da intendere come spazio aperto, ben delimitato). Fra il primo e il secondo cambio di scena si aveva la sostituzione dell’omphalòs con il simulacro di Athena, il quale poi veniva rimosso con il secondo cambio di scena. I seggi pero che erano serviti alle Erinni restavano sulla scena e dopo il secondo cambio di scena servivano per i giudici dell’Areopago. Il riuso dei seggi è quindi cosa diversa rispetto all’effettivo cambio dell’addobbo scenico quale si ha con la sostituzione dell’omphalòs con il bretas. Una cosa diversa è, infine, anche il “refocusing”, cioè la rifocalizzazione, nel senso che uno stesso oggetto nel corso della rappresentazione della singola tragedia verrebbe ad assumere un significato diverso nell’intento dell’autore-regista e quindi anche agli occhi degli spettatori. Nella sua edizione delle tragedie di Eschilo del 1914 il Wilamowitz riteneva che nei Persiani secondo Eschilo ciò che prima per gli spettatori era la ‘curia’ successivamente fosse la tomba di Dario: «aedificium, quod ab initio credimus curiam esse […] in altero actu tumulus Darei est». E su questa linea più recentemente Dale 1956 ha utilizzato la nozione di ‘refocusing’ per i Persiani e le Coefore. (sul ‘refocusing’ resto molto dubbioso; di questo e di altri problemi della messa in scena delle tragedie di Eschilo ho trattato in Di Benedetto 1989 e in Eschilo e lo sviluppo delle forme tragiche [= Di Benedetto & Alii 1995], e si veda anche Di BenedettoMedda 1997).

This is a preview of subscription content, log in via an institution to check access.

Access this chapter

Institutional subscriptions

Preview

Unable to display preview. Download preview PDF.

Unable to display preview. Download preview PDF.

Authors

Rights and permissions

Reprints and permissions

Copyright information

© 2003 Springer-Verlag GmbH Deutschland

About this chapter

Cite this chapter

Di Benedetto, V. (2003). Spazio scenico e spazio extrascenico alla fine delle tragedie di Sofocle: dissolvenze e rifunzionalizzazioni. In: Il dramma sofocleo: testo, lingua, interpretazione. J.B. Metzler, Stuttgart. https://doi.org/10.1007/978-3-476-02909-6_8

Download citation

  • DOI: https://doi.org/10.1007/978-3-476-02909-6_8

  • Publisher Name: J.B. Metzler, Stuttgart

  • Print ISBN: 978-3-476-45303-7

  • Online ISBN: 978-3-476-02909-6

  • eBook Packages: J.B. Metzler Humanities (German Language)

Publish with us

Policies and ethics