Risonanza magnetica del sistema nervoso centrale nella gemellarità

Riassunto

La gemellarità rappresenta una condizione di rischio addizionale per lo sviluppo di morbilità fetale, sia nel caso di gemellarità monocoriale biamniotica (gemelli omozigoti), che bicoriale (in genere gemelli dizigoti). Nel primo caso la probabilità di insorgenza di lesioni cerebrali ischemiche e, in frequenza minore, emorragiche è da considerarsi moderatamente elevata, sia in corso di sindrome da trasfusione feto-fetale, che in associazione a morte in utero del cogemello, nonchè in apparente assenza di segni strumentali di alterata flussimetria [1–3]. La Risonanza Magnetica Fetale (RMF) gioca un ruolo importante, come accennato nel Capitolo 16, nell’evidenziare le lesioni clastiche in fase precoce-acuta, già nei primi giorni di insorgenza (Fig. 25.1), ma soprattutto nel determinare il carico lesionale, in genere definitivo, al di fuori dell’acuzie (Fig. 25.2). In genere viene acquisto almeno uno studio RM a circa due-tre settimane dall’eventuale morte del cogemello o dall’esecuzione della terapia LASER sulle anastomosi anomale placentari (in caso di sindrome da trasfusione feto-fetale).